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Non avere paura: viaggia con me alla scoperta dell’America

di Giovanna Fusco
Tutti hanno un sogno nel cassetto; io ne ho sempre avuto uno: visitare l’America! Viaggiare significa esplorare, confrontarsi e cercare di trarre il meglio e il peggio da tutto. È educativo, perché ci si deve adattare, superando le difficoltà che di volta in volta si presentano, con spirito di avventura; per questo è fondamentale farlo con la compagnia giusta.


Io ho sempre avuto la fortuna di avere una compagna di viaggio perfetta, con cui vedere i luoghi più belli: mia madre. Con lei amiamo sperimentare piatti nuovi, rielaborandoli, una volta tornate a casa; amiamo viaggiare alla scoperta del mondo sempre meravigliandoci. Prima di tutto quindi vi consiglio di ponderare bene la compagnia perchè vi stancherete, tanto; il tempo potrà non essere dei migliori; gli inconvenienti saranno all’ordine del giorno e dovrete essere in grado di unire le forze e cercare una soluzione insieme. Ma veniamo a noi! Come vi dicevo avrei voluto visitare l’America, con le sue strade immense e le diverse etnie, con i pasti differenti e i colori stupefacenti. Beh, quest’anno ci sono riuscita: zaino in spalla, il cuore colmo di gioia e la voglia di incuriosirmi. Cercherò di raccontarvi la mia esperienza, fornendo spunti di viaggio o semplicemente facendo conoscere luoghi nuovi per chi, come me, non ci era mai stato. 

Il tour ha inizio a New York: appena si arriva qui non si può non rimanere folgorati dalle mille luci che caratterizzano la città: sembra un quadro su tela realizzato al momento! La mia avventura incomincia all’Empire State Building: come non ricordare l’apparizione dell’Empire nel film King Kong del 1933? Si trova nel quartiere di Manhattan, all’angolo tra la celebre Fifth Avenue e la West 34th Street; è alto 443 metri e fino al 1967 considerato l’edificio più alto del mondo. Sono salita prima all’ottantaseiesimo piano, riuscendo a godere di una vista a 360 gradi sulla città, in quanto il tempo è stato d’aiuto: sembrava quasi la città mi sorridesse! Se vi recate qui, a meno che non soffriate di vertigini, raggiungete con l’ascensore il centoduesimo piano: ne vale la pena. Il piano è protetto da vetrate che danno la sensazione di immensità, di onnipotenza, e allo stesso tempo di eccitazione. Abbiamo deciso poi di addentrarci tra le strade di Broadway: quest’ultima è una delle più antiche direttrici nord-sud per la città e attraversa diagonalmente Manhattan, conducendoti tra le maggiori attrazioni del posto, tra cui il Theater Discrict, la Juilliard School, una delle più importanti scuole di musica e di arte, il Lincoln Center, un complesso di edifici, e la famosissima piazza di Times Square. Giunti qui fermatevi per un po’, come ho fatto io: sedetevi su una panchina per rendervi conto realmente di non essere in una scena di un film. Dalla piazza mi sono spostata al Columbus Circle: da italiana, orgogliosa di esserlo, non potevo non andare ad ammirare il monumento in onore di Cristoforo Colombo, che si trova in una bellissima piazza circolare accerchiata da fontane. Accanto al Columbus Circle si trova il parco naturale tra i più famosi al mondo: Central Park. Sono rimasta a dir poco stupefatta perché non credevo fosse così grande. Non potete perdervi l’occasione di mangiare un hot dog mentre siete seduti nel parco: costano circa 4 dollari e ci sono chioschi ovunque, quindi sarà facile trovarli. Se non avete voglia di camminare, anche se ve lo consiglio, potete affittare una bici. Ho trascorso circa un’oretta lì, ma poi ho deciso di andare subito, senza perdere tempo, al MoMa, Museum of Modern Art, che si trova sulla 53ᵃ strada, tra la Quinta e la Sesta Avenue. Vi consiglio di usufruire delle audio guide, gratuite tra l’altro, perché osservare le opere ascoltando l’audio vi aiuta ad apprezzarle e a conoscerle meglio. Il museo contiene opere dei più importanti artisti di tutti i tempi, tra cui Umberto Boccioni, Paul Cézanne, Marc Chagall, Salvator Dalì, Edgar Degas, Claude Monet, Pablo Picasso, Jackson Pollock, Vincent Van Gogh, Mark Rothko, Marcel Duchamp. Qui di seguito alcune foto delle opere che mi più mi hanno colpito.
Ci siamo fermate subito dopo accanto alla HOPE sculpture: Robert Indiana, lo stesso artista che negli anni ’60 aveva creato LOVE, ha inaugurato la scultura posta tra 7th Avenue e 53rd Street, in occasione del suo ottantaseiesimo compleanno, con l’intento di portare le sue sculture di speranza in tutto il mondo. Come potete immaginare un viaggio a New York non può prescindere dalla visita della Statua della Libertà, simbolo degli Stati uniti. Sapevate una cosa? Prima di divenire il simbolo della città, tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento, fungeva da faro. Fu anche il primo faro ad elettricità, visibile in un raggio di 40 km. E’ bellissima, davvero bellissima, e immensa. La seconda fermata del traghetto è Ellis Island, dove si fermarono milioni di emigranti che sono passati tra le mura dell’edificio. Il percorso termina all’American Family Immigration History Center, dove gli americani possono accedere ai registri delle navi arrivate a New York ed Ellis Island per trovare testimonianze delle loro famiglie. Una volta ripreso il battello siamo andati nella parte finanziaria di New York, dove si trova il celebre Toro di Wall Street e di fronte la “Bambina senza paura” che sfida il maschilismo; si tratta di una statua in bronzo che ha un’importanza ben precisa: ricordare il ruolo delle donne. Da qui ci siamo mosse verso la sede storica di Wall Street e subito dopo siamo andate a pranzo in un posto favoloso sull’Hudson: al P.J. Clarke’s on the Hudson. Ve lo consiglio vivamente! Una delle specialità di questo posto sono gli anelli di cipolla fritti, detti onion rings: sono fenomenali! Il ristorante non è distante dalle Torri Gemelle, per cui siamo andate a piedi verso il Freedom Tower. E’ questa una tappa molto toccante! Dopo l’attentato dell’11 settembre 2001, infatti, in mezzo ad un parco sono state create due fontane, in ricordo delle vittime: sui pannelli di bronzo ai loro lati sono incisi i nomi di tutti coloro che morirono nell’attentato. In corrispondenza di diversi nomi i visitatori hanno riposto, come omaggio, delle rose delicate. A 21 metri sotto il parco è collocato un museo interamente dedicato agli attentati: il National September 11 Memorial & Museum, aperto ufficialmente nel 2014. Un percorso commovente fa rivivere passo passo i momenti precedenti e successivi all’attacco, con tanto di testimonianze e reperti. Una volta usciti non puoi far altro che riflettere e sentirti diversa: non si può fare a meno di non ricordare e rivivere quegli attimi come se ti toccassero in prima persona. Una meta da non perdere, mai, per nessuna ragione, insieme all’Oculus di Calatrava: trae ispirazione dall’oculo del Pantheon romano e ha all’interno una grande sala con numerosi negozi. Consiglio di passarci ed entrare, perché merita davvero. Da qui, per concludere al meglio la giornata, abbiamo deciso di andare verso il Ponte Di Brooklyn, il primo ponte costruito in acciaio e che ha rappresentato per lungo tempo il ponte sospeso più grande al mondo.

Times Square

Il terzo giorno inizia il mio tour nell’America dell’Est. È stato un giro a dir poco magico, che consiglio a tutti di fare una volta nella vita, perché New York è strepitosa, ma l’America è bella tutta. Da New York a Philadelphia, città natale dell’American Liberty, dove fu firmata la Dichiarazione d’indipendenza e scritta la Costituzione degli Stati Uniti d’America. A Philadelphia non si può rinunciare a scattare una foto accanto al monumento di George Washington e perché no, anche di Rocky Balboa, saga di successo ideata da Stallone, e a provare a salire la famosa scalinata presente nel film, alzando le mani al cielo con lo sfondo del centro della città. Da Philadelphia, viaggiando comodamente in pullman, osservando le bellezze dei paesaggi, siamo arrivate a Washington. Washington è un gioiellino, ragazzi: elegante, raffinata, tranquilla, vivibile. Qui Abbiamo visitato i maggiori luoghi di interesse della città: la Casa Bianca, ovviamente da fuori, il Lincoln Memorial, davvero emozionante, il cimitero dove si trovano le tombe della famiglia Kennedy, la statua di Martin Luther King e il Campidoglio. Un giro che si riesce a fare in due soli giorni se ci si sposta in pullman. Noi avevamo una guida eccellente che ci portava nei punti strategici, ma se ci si informa ci si può andare anche autonomamente. Il suggerimento che posso dare è di non evitare nemmeno uno di questi luoghi, perché ognuno di essi è portatore di memoria e di cultura.
La stanchezza non deve esistere! Perciò… subito in viaggio per lo stato della Pennsylvania! Abbiamo avuto il piacere di conoscere meglio una comunità, quella degli Amish. Chi sono? Contadini di discendenza tedesca che rifiutano qualsiasi forma di progresso. Le loro austere ma caratteristiche abitazioni e il modo di vestire rappresentano un unicum nel panorama americano. Abbiamo proseguito il tour arrivando in Canada: qui i controlli sono serrati, per cui è assolutamente necessario portare con sé il passaporto. Ah, consiglio di disattivare i dati cellulari o nel caso fare una promozione per il Canada, perché è molto cara e rischiate di prosciugare tutto il credito. La sera, distrutte ma felici, abbiamo avuto l’onore di cenare sulla Skylon Tower, una torre in Ontario, punto di osservazione sulla panoramica delle Cascate del Niagara. Che dirvi: mi sentivo una privilegiata, parte di un film, il cui finale era semplicemente meraviglioso; le cascate di sera si illuminano, di ogni colore, e quando trovate una serata calda e senza pioggia la vista è stupenda.


Una bella dormita ed eccoci a Toronto. Siamo saliti su una delle torri più alte del mondo, la CN Tower, da cui si può avere la visuale di tutta la città: uno dei punti di forza della struttura è il Glass Floor, con una parte del pavimento ricoperta di spessi vetri che permettono a chiunque ci passi di avere la sensazione di essere sospesi nel vuoto. A meno che non soffriate di claustrofobia, vi consiglio assolutamente di sedervi sul pavimento e scattare una foto ricordo. Per chi non lo sapesse in Canada, durante i mesi invernali, le temperature possono scendere di molti gradi al di sotto dello zero, per cui sono state costruite delle vere città sotterranee: noi siamo entrati in quella di Toronto e una volta usciti ci siamo trovati di fronte ad una bellissima galleria, opera dello scultore Calatrava. Qui vi propongo di mangiare in un Marchè, un mercato: ce ne sono molti sia in America che in Canada, ma non sono semplici mercati. Al proprio interno potrete trovare davvero di tutto ed è originalissimo nell’organizzazione: alcuni piatti vengono cotti all’istante, altri già pronti, e tutto viene addebitato su una tessera. Al termine del pranzo si va alla cassa, si passa la carta e si paga. Insomma, più semplice di così! Tornati abbiamo concluso il tour con una bella mini crociera sotto le cascate del Niagara, su un battello che ci ha portati fin sotto le falls: nonostante i k-way ci siamo inzuppati, ma anche divertiti un mondo. L’ultimo giorno del nostro viaggio rieccoci in un museo, tappa obbligatoria per chiunque come noi abbia il citypass: il Metropolitan Museum of Art, conosciuto anche come il “The Met”. La collezione presente al suo interno contiene più di due milioni di opere d’arte, suddivise in diciannove sezioni: vi sono opere risalenti all’antichità classica, all’arte egizia, arte europea, contemporanea, statunitense e ancora, arte africana, asiatica, bizantina e islamica.
Il nostro viaggio termina così, tra cultura, arte, divertimento, meraviglia: un mare di emozioni che a oggi, soltanto raccontando, rivivo con gioia. Il viaggio dei miei sogni non sarebbe potuto andare meglio. Questa è stata la mia esperienza, ma ogni viaggio è un’occasione preziosa per migliorarci e crescere. Si, perché, come ha scritto John Steimbeck, “non sono le persone che fanno i viaggi, ma sono i viaggi che fanno le persone.”

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