di Gaia Schiavetti . foto di Giorgio Cavestro
L’abito come atto di creazione e distruzione, l’idea e l’ispirazione che perdono il significato originario quando il capo viene indossato. Francesca Liberatore indaga, nella collezione Autunno Inverno 2022/23, l’arte dell’indumento da un punto di vista diverso e insolito.
Creare e uccidere: i due poli che si incontrano e si specchiano l’uno nell’altro in una collezione Autunno Inverno 2022/23 sfidante e sicura che con tagli dritti ed elementi grafici introduce un’estetica della scena del delitto più sensuale e decisa. Il trench, i cappotti, le cinture in vita: tutto a creare una silhouette che gioca tra intrecci, asimmetrie e materiali.
Il vero senso della storia è raccontato in maniera elegante da tagli, forme e volumi ma è il retro dei capi ad abbracciare il mistero. Un punto di domanda si staglia sui tessuti e rende all’improvviso lo stile ancora più contemporaneo e a tratti urbano.
Le maschere, indossate dalle modelle sul retro del capo, mescolano le carte immergendo chi guarda in un universo che Francesca Liberatore ha voluto interpreta come ambiguo ma realissimo.
Maschere e volti coesistono rafforzando la dicotomia che pervade tutta la collezione Autunno Inverno 2022/23. Anche i boots risentono dell’influenza dividendosi tra due colori.
Tutto parla di ambivalenze, di possibilità, di colpevoli e vittime ed è sensazionale vedere come l’abito riesca a trasportare messaggi così complessi nella bellezza delle attente lavorazioni.
