“Bruno Liberatore fa nascere e rinascere ciò che la natura già contiene, secoli di cultura e passato, quel nucleo misterioso del passato che come le cellule racchiude il nostro dopo” Furio Colombo
“…va oltre ciò che la natura ci offre sotto forma di immagini da ammirare e contemplare… …possiede il dono fenomenale di saper percepire il movimento della materia inanimata” “Leggete le sculture come fossero libri di pietra, e afferrerete il senso profondo delle cose che accadono nel mondo” Kuzmin
Materia inanimata, terra, furia delle forze naturali, stereometrie, argilla, bronzo, ferro.
I riferimenti di Francesca Liberatore per la Primavera Estate 2025 guardano alla scultura, all’Arte plastica nelle costruzioni come nelle stampe. Il profondo lavoro del maestro Bruno Liberatore, padre della stilista e al quale quest’ultima fa riferimento, si esprime ora dinamico nel movimento di corpi, proprio di quegli umani assenti nelle sue opere.
“Nelle stanze di un museo o in mezzo a un prato o nell’ultima stanza del luogo in cui lavora trovi presenze e forme definite di qualcosa che non c’era, che si è rivelato, che adesso vive e convive, tanto vero e tanto vivo come gli esseri umani che vi si accostano increduli” Kuzmin
Un ritrovarsi, dunque, tra uomo e natura in una terra di mezzo, la Moda, tra tagli precisi, piramidali, bordati a contrasto su crinoline post modern, all’interno della Fondazione Giangiacomo Feltrinelli scelta dalla stilista come cornice perfetta di questo racconto.
Le giacche sono impeccabili, di linea dritta e spalle sostenute.
Materiale leader il cotone, simbolo di resilienza della Natura e di antica memoria. Ora concede struttura, ora avvolge in abiti a strati. Applicazioni e ricami su tulle come inclusioni di elementi biologici che si compenetrano in una simbiosi, testimone dei cult pieces creati nel tempo dalla stilista. Persiste l’icona borsa del brand, composta da pellami pregiati recuperati grazie alla continuativa collaborazione con Lineapelle.
Una palette brumosa, accesa da toni acidi quasi tecnologici come bagliori tra striature di grigi e burgundi. Silhouette contenute, morbidezze e pieghe nei pants orientaleggianti abbinati al blazer maschile, abiti e gonne a boule, con camicie dal sapore antico e romantico. Gli abiti fourreau stampati nei colori delle terre arrivano leggeri alla caviglia e diventano sofisticati negli abbinamenti tra turchese, cobalto e brown.
“Le sue opere sono paesaggi che danno le ali alla fantasia, universi nei quali il bronzo assume valenze di azzurro” Renato Minore
Un percorso cercato tra forme come simboli e ruoli, osservando l’Arte come esperienza di sé.
“Il passato mi ha costruito così come sono, con il mio corpo e il mio linguaggio, ma ciò che sono è al contempo statico come un oggetto e sfuggente come l’oblio” Bruno Liberatore
“L’avventura di Liberatore è stata ed è soprattutto illuminata da una virtù tanto rara quanto preziosa quella di rigettare schematismi e sentieri tracciati o peggio ancora mode culturali” Massimo Di Forti.
C.St.: Francesc Liberatore Press Office