di Gaia Schiavetti . foto di Giorgio Cavestro
Tra guerre dichiarate per onore, religione, potere, donne quella che coinvolgerà di più l’umanità forse deve ancora essere combattuta.
Ci sono voluti millenni per acquisire una consapevolezza sulla sostenibilità e forse oggi possiamo dire di essere finalmente in un’era in cui rispettare la natura è cool. Non ci vestiamo di juta e legno, siamo più futuristici che mai nelle nostre divise da astronauti ma non calpestiamo prati con le scarpe a punta. Una sala ampia e spoglia, proiezioni ad effetto interferenza sulle pareti.
Luci che rimangono spente fino ad un secondo prima che la modella varchi l’inizio del parterre. Uno slogan su un giubbotto puffer oversize: There is no planet B”. John Richmond si fa trasportatore di un messaggio chiaro e complesso al tempo stesso e ne affida la diffusione ai capi della sua nuova collezione per l’Autunno Inverno 2018/19.
Uomo e donna sfilano insieme in un mood di moderna decadenza, visi pallida e pelli cerulee che si proteggono talvolta dietro completi e cappotti voluminosi, talvolta sotto dei collant grigi. La pelle è bordeaux o nera per la donna e si trasforma in abito o in un completo total black con pantalone wide fit estremamente morbido.
Corpi coperti a strati, le trasparenze lasciano intravedere la pelle maschile e femminile come fossero eco-gladiatori pronti a combattere. Li legano alle loro origini le stampe vintage Richmond rivisitate per un futuro della moda in cui giorno e sera si mescolano senza leggi precise. Le pelli si sovrappongono con colori non abbinati, felpe e paillettes stanno bene insieme i puffer bomber sfilano su abitini trasparenti con ricami, il calzino sportivo diventa gambaletto velato: è rivoluzione made in Richmond.
