Home>News>Presentazioni>Francesca Liberatore nuova collezione Autunno Inverno 2021/22
Francesca Liberatore new Fall Winter 2021/22 collection

Francesca Liberatore nuova collezione Autunno Inverno 2021/22

Questa stagione per Francesca Liberatore è digitale
Una scelta difficile, raggiunta dopo una profonda riflessione:
“Sono molto determinata e fino a pochi giorni fa avevo fatto del mio meglio per assicurarmi che la macchina si avviasse in modo maestoso e senza intoppi in realtà da un teatro con partner forti. Avevo pensato che questo evento potesse rafforzare la cultura, accendendo le luci e mostrando una comunità di intenti, ma oggi, di fronte alla polemica sanremese, è sorto per me un problema morale. Innanzitutto credo di dover simpatizzare con chi, in questo momento, non può esercitare la propria passione nei luoghi di lavoro “.


C.St.:Francesca Liberatore Press Office
La designer Francesca Liberatore, da sempre alla ricerca di sinergie artistiche che l’hanno portata ad esplorare mondi culturali diversi dal cinema alle aste d’arte, dalla musica alla fotografia, con il suo personale portfolio di studi ed esperienze professionali al Moulin Rouge, ha costantemente fuso la sua arte con quella di esperienze degne di nota.Francesca Liberatore nuova collezione Autunno Inverno 2021/22La ricerca di concept insoliti e innovativi le ha permesso di scoprire nuove sfumature e raggiungere un pubblico sempre più ampio, come accaduto a settembre 2019 ai Bagni Misteriosi ea febbraio 2020 al The Space di Piazza Duomo. Lì, nella grande sala del teatro, Francesca Liberatore ha presentato il film J-Kolombina-R, anticipando di molti mesi la nuova tendenza per i film-spettacoli che ha caratterizzato le ultime fashion week di tutto il mondo.

“In realtà in un teatro, i miei vestiti sarebbero stati attori di se stessi rievocando i diversi periodi e modi di rinascita del dopoguerra”, aggiunge Francesca Liberatore. “Il mio non sarà una sfilata digitale ma lo storyboard di quello che sarebbe stato … sarà la versione digitale di una vera e propria narrazione, che “sarà” perché la creatività non si ferma e che “adesso è così” perché siamo tutti sulla stessa barca “Francesca Liberatore nuova collezione Autunno Inverno 2021/22Ed è per questo motivo che il progettista ha ricercato la fondamentale collaborazione con la Fondazione Società dei Concerti. Insieme alla Presidente e Direttore Creativo Enrica Ciccarelli Mormone, il Quartetto Adorno, Gloria Campaner e Roberto Prosseda eseguono lo spettacolo Autunno Inverno 2021/22 con i loro strumenti unici. Proseguono le collaborazioni con il critico cinematografico e regista Mario Sesti, il professore e critico di moda Alessandro Turci, la fotografa e videomaker Alice Falco da lungo tempo chiuso al designer.

Un ringraziamento da parte dello stilista va anche alla Camera Nazionale della Moda Italiana per l’unione che sta sostenendo in questo momento tra i designer del Made in Italy attraverso il calendario delle sfilate di moda digitale. “Spero che ti piaccia e in streaming vorrai commentarlo con me, e spero molto presto di farlo diventare realtà insieme, perché la moda e l’arte vivono per immersione e condivisione.

Dedico la mia sperimentazione a tutti i creativi che come me hanno dovuto cambiare i loro piani in base alla contingenza, a tutti coloro che non pretendono di essere chiamati ‘artisti’, perché conoscono la realtà di questa difficile condizione, a tutti attori, musicisti, ea tutti quelli che non hanno potuto esercitare i loro doveri, ai fotografi, alla mia solita squadra di capelli Beppe d’Elia e al trucco Markus Theisen che non ho potuto avere al mio fianco in questa occasione, e finalmente alla causa del teatro e del cinema la loro grandezza e verità non possono essere assorbite dall’arresto sociale ”. Inoltre, dopo il successo della scorsa stagione, durante la quale la collezione era stata battuta all’asta e battuta all’asta dal vivo a beneficio della Onlus Golfini Rossi (per la realizzazione della mensa dell’ospedale Mawima – ora ultimata), la collaborazione con Casa d’Aste Cambi continues.


“Credo fortemente nel valore dell’abbigliamento moda e nella libertà dell’acquirente di poter valutare in autonomia quanto spendere per averlo, e l’asta, oltre ad affascinarmi, riesce ad interpretare e stabilire il gusto del mercato per oggetti preziosi. Sono grato a Matteo Cambi per aver permesso questa impresa ”.

Francesca Liberatore
Francesca Liberatore

Fashion Hypothesis
Una marcia del dopoguerra diventa un riconoscimento collettivo verso un nuovo futuro. Il monologo di Mario Sesti, regista e critico cinematografico, articola cos’è la guerra e la sua divisa; un tessuto che si interpone tra corpo e violenza, mentre modelli ritagliati in 2D sfilano da un potenziale presente. L’abito diventa attore ritraendosi nel nuovo linguaggio di Francesca Liberatore, e il pubblico, protagonista del loro nuovo percorso di vita. Il camouflage dei trench spalmati acquista una prospettiva diversa attraverso lo smoking con revers a scialle.

I pantaloni a vita alta sono abbinati a un bolero in total black per un momento di stasi che già fa presagire un’ondata di vita anni ’60 e ’70 con l’oscillazione del trench tartan super sartoriale. La storia ha lo spirito del film noir, il mistero di un’indagine. Maxi gonne e giacche si alternano in forme sempre più ampie proporzioni in cui il motivo diventa circolare e le stoffe metalliche. Stampe su lana garzata con una tavolozza ombrosa di blu, grigio nero e rosso turco richiamano ricordi degli anni ’90.Francesca Liberatore nuova collezione Autunno Inverno 2021/22Il finale è la visione di sei casse vuote in attesa di raccontare una storia del passato, la vita vissuta di presenze manifeste, bianche, eteree, opulente, come fantasmi di un possibile futuro, attimi di un lusso estremo che ancora non cede. La storia si fa incalzante, accompagnata dalla colonna sonora di brani classici reinventati dai musicisti della Società dei Concerti con inquietanti incursioni sonore. Il tempo stringe, con la necessità di un nuovo risveglio dinamico e visionario della Moda.


La scelta è tra un futuro distopico simile a Matrix in cui la tecnologia governa e un altro in cui la natura rinasce come Natura dopo Natura, liberata dall’algoritmo. L’ologramma che pervade la scena ricorda la straordinaria foresta di pioppi dorati dello Utah, Pando, tutti generati dalla stessa unica immensa radice. La coscienza di ciò che siamo quindi passa attraverso l’essenziale, Country Roads, portami a casa! 
Alessandro Turci

Lascia un commento