Scolpire il corpo con la bellezza di lavorazioni che ne accarezzano le linee e disegnano un’estetica preziosa che ha il suo cuore nel dna di Gaetano Navarra, la maglieria.
È l’arte pura a tornare prepotentemente nella collezione “Body Sculpture”Autunno Inverno 2024/25 dello stilista giocando con i funambolismi del knitwear per far dialogare ispirazioni agli antipodi e dare vita a un pret à porter virtuoso e accattivante.
Sono gli anni ‘90, con le forme esagerate dei capispalla, quel gusto per le lunghezze mini, le maniche a kimono su silhouette fittate, a incontrarsi con il déco irriverente degli anni ‘20 in cui il ricamo è il mattatore assoluto tra frange di viscosa e di jais neri, inserti di piume e maliziosi pizzi.
Il risultato sono microabiti, aderentissimi e second skin, con i loro ricami ton sur ton, con le loro frange a cascate, con quel divertissement brillante che ne enfatizza le proporzioni.
E ancora, abiti asimmetrici dai maxi fori a intarsio simili a reti, in lana merinos, che scoprono porzioni di pelle; la stessa pelle che torna fiera a mostrarsi dalle lunghezze crop delle maglie, dalle bluse one shoulder, dagli abiti a costine con strisce in maglia dall’effetto bondage che, incrociandosi, avvolgono il corpo e diventano simili a lunghe code.
Spazio al lurex dorato per gli ampi cappotti simili ai mantelli del secolo scorso e per gli inserti dei sinuosi mini-dress con le spalle in primo piano.
E poi fascinazione d’oriente in chiave pop- con un occhio a David Bowie – per le linee a ventaglio multicolor del due pezzi e dell’abito micro in lana cardata.
C’è sempre il gusto per l’asimmetria, per il non finito, per una storia che segue le peripezie delle lavorazioni hand made della maglia – a treccia, a costa inglese e a costa-, spesso in dialogo con le texture.
Che sono il mohair garzato, la viscosa e il lurex, anche con effetto pelliccia, la lana merinos a cordonetto; e ancora l’organza, le paillettes, gli inserti di code di topo, di catene metalliche.
Essenziale la palette: nero su tutti, poi il bordeaux dei tendaggi dei teatri degli anni 20, l’oro sfacciato.
C.St.: Guitar Press Office